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Ciuccio e Biberon si o no?




Ciuccio o non ciuccio, all’allattamento al seno o artificiale, allattamento per quanto tempo?


Queste tre domande sono tra i primi dubbi che una donna ha, appena diventa mamma.


E bene i dubbi ve li tolgo io in pochi minuti.


La natura ma anche la scienza ci dice che in assenza di patologia materna, o impedimento strutturale, l’allattamento al seno è la scelta migliore in assoluto.

Per due motivi molto semplici:

il primo il latte materno ha tutte le qualità nutrizionali necessarie al bambino, oltre a contenere tutti gli elementi necessari per creare una buona struttura intestinale;

il secondo l’atto della suzione al seno sviluppa in maniera corretta la deglutizione del bambino e la sua struttura oro-facciale.


Durante la suzione al seno, il bambino è costretto a “lavorare” e soprattutto a portare la lingua in alto per permettere la spremitura del capezzolo, un procedimento complesso che attiva innumerevoli muscoli, crea uno stimolo a livello celebrale e ormonale, fattori fondamentale per lo sviluppo del bambino, tutte attività motorie che non sono replicabili con l’allattamento tramite biberon, in quanto in questo caso al bambino è sufficiente una leggera pressione sulla “tettarella” per far fuoriuscire il latte, in pratica minimo sforzo massima resa, questo rende il bambino “pigro” nei confronti dell’allattamento al seno, ma soprattutto non gli dà la possibilità ne, di modellare le strutture ossee del cranio né di sviluppare correttamente i muscoli della lingua.


Ciuccio, no grazie!


Il ciuccio crea all’interno del cavo orare uno spessore, che si frappone tra la lingua e il palato. Sul palato esiste il punto SPOT (Sensore Primitivo Orale Trigeminale) che è il punto in cui la lingua deve andare durante una corretta deglutizione, ed è il punto in cui la lingua va durante l’allattamento al seno, una lingua che non raggiunge quel punto non permette la spremitura del capezzolo.

Utilizzando il ciuccio, quindi, avremo un’interferenza con l’allattamento al seno materno, ma soprattutto abitueremo la lingua a non doversi sollevare a sufficienza per raggiungere il punto SPOT, ponendo così le basi per una cattiva deglutizione.

Un altro aspetto da non sottovalutare è che, quando il bambino sarà più grande, non riuscendo con la lingua a raggiungere il punto spot, e non potendo utilizzare più il ciuccio, spesso decide di utilizzare il dito, attività che gli permette di stimolare il punto SPOT e quindi la cascata ormonale che ne consegue, ma l'utilizzo del dito comporterà ulteriori problemi deglutitori e strutturali.


Allattamento per quanto tempo?

Il tempo minimo, essenziale per dare al bambino un buon sviluppo oro facciale e aiutarlo anche nella formazione di un buon apparato gastro intestinale è di circa 6/9 mesi. Questo perché la deglutizione è un atto motorio che inizia già al terzo mese di vita intrauterina e necessita di almeno altri 6/9 mesi post nascita per svilupparsi correttamente, quindi poco più di un anno di “lavoro” da parte del bambino. Allattare oltre tale periodo può solo migliorare le condizioni del bambino, mentre decidere di non allattare o passare a un allattamento con biberon o un allattamento alternato, porta solo, come nel caso del ciuccio a porre le basi per una deglutizione scorretta.

Non esiste un termine preciso per smettere di allattare, come osteopata pediatrico consiglio alle mamme di allattare finché questa operazione non diventa eccessivamente stressante anche per loro come donna, dobbiamo ricordarci purtroppo che nel nostro paese non ci sono molto supporti alla “mamma” quindi l’incastro tra vita da donna, vita lavorativa e vita da mamma deve essere perfetto per poter mantenere un armonia mamma figlio fondamentale per lo sviluppo emotivo di entrambi, mediamente si arriva ai 2/3 anni del bambino, ma ci sono anche casi dove si va oltre.


Mi rendo conto avendo anche io una famiglia, quanto decidere di non utilizzare il ciuccio o il biberon sia faticoso e stressante per tutta la famiglia, ma dobbiamo ricordarci che siamo noi a doverci adattare alle esigenze del bambino e non viceversa, lui non ha le competenze adatte per adattarsi a noi.


È importante capire che le basi per una corretta prevenzione partono proprio dal non dare cattive abitudini ai bambini. E questa prevenzione deve partire dalla nascita, e continuare per tutte le fasi della crescita.

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