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Gianluca Tropeano

Rimodulazione Osteopatico Posturale



Mi piace definire la postura come “l’espressione del nostro essere” di conseguenza, il trattamento posturale è un percorso fondamentale quando parliamo di medicina preventiva.


Partendo dai concetti base della Riprogrammazione Posturale ideata dal Dott. B. Bricot, integrandoli con i miei studi osteopatia e terapia mio funzionale seguendo il metodo del Dott. A. Ferrante, ho sviluppato un particolare approccio al trattamento delle problematiche posturali, definendolo Rimodulazione Osteopatico Posturale.


Il corpo umano reagisce continuamente a stimoli esterni, dovuti a traumi, movimenti ripetuti, emozioni, eventi atmosferici, suoni. Il sistema che permette al corpo di assimilare e distribuire su tutta la superficie corporea questi stimoli è il sistema fasciale. Ed è su questo sistema che si concentra il lavoro della rimodulazione posturale osteopatica.


Il primo passo per migliorare la postura è cambiare lo stile di vita, sostituire le abitudini e le convinzioni sbagliate con quelle corrette.

È fondamentale educare il paziente a un modo corretto di muoversi, sia a casa che sul posto di lavoro. Che senso ha riparare continuamente un’auto se il proprio autista non sa guidare e continua sbattere? Per prima cosa bisogna insegnare all’autista a guidare!



Il secondo passo è correggere gli errori recettoriali, se un occhio vede male, se una lingua si muove male, se una masticazione non è corretta, se un piede poggia male al suolo, questi porteranno al cervello informazioni errate che indurranno il cervello stesso a produrre schemi motori di adattamento errati e per andare a cancellare questi schemi serve tempo e costanza nella stimolazione corretta.

Dalla mia esperienza, i recettori principali da andare a migliorare sono i recettori superi occhi e apparato stomatognatico e in particolare la lingua. Occhi e lingua sono strettamente connessi sia a livello fasciale che neurologico, inoltre entrambi hanno una notevole influenza sui muscoli sub-occipitali e sulle prime due vertebre cervicali, zona quest’ultima fondamentale da un punto di vista posturale e di equilibrio di tutta la colonna vertebrale. È stato visto che la maggior parte dei fusi neuro-muscolari che intervengono sul tono posturali risiedono proprio dalla terza vertebra cervicale in su.

Il recettore podalico e spesso un recettore di


adattamento delle problematiche che arrivano dall’alto, inoltre il moderno stile di vita costringe questo recettore a vivere chiuso all’interno di scarpe che spesso non sono adatte perché troppo corte, strette, alte, rigide, di conseguenza la scarpa stessa altera la funzione del piede che nonostante sia l’unica parte del corpo che poggia al terreno rimane vincolata dalla struttura che l’avvolge.

Rimane comunque un punto cruciale di trattamento inquanto la manipolazione del piede aiuta la liberazione delle catene mio fasciali a lui associate. Nel mio metodo non mi piace utilizzare solette o altri ausili, in quanto nella società moderna sono di difficile applicazione, ma credo fortemente alla funzionalità ed efficacia dell’esercizio terapeutico e dell’auto trattamento fasciale.


Il terzo passo è liberare le restrizioni fasciali e correggere le disfunzioni articolari tramite manipolazioni e trattamenti di terapia manuale specifici. Alcune restrizioni fasciali dovute a gesti sbagliati ripetuti o a errori recettoriali persistenti, non possono riequilibrarsi da sole devono obbligatoriamente essere trattate manualmente.


Il quarto passo è allenare i muscoli nel modo corretto o, meglio, allenare le catene muscolari fasciali. Il movimento nel corpo è dato sempre da un insieme di muscoli, e non ha senso lavorare solo per segmenti ma bisogna lavorare sempre su catene muscolari. Per questo motivo alla base del percorso deve esserci una collaborazione attiva del paziente con esercizi specifici che vanno quotidianamente a stimolare il sistema tonico posturale. Non è possibile pensare di affidare la “guarigione posturale” solamente ad ausili ortopedici, oppure alla manipolazione di un terapista, il lavoro deve essere attivo sia recettoriale che muscolare e di stretta collaborazione tra terapista e paziente.


Il quinto punto è l’aspetto emotivo, come detto, all’inizio il sistema fasciale è stimolato anche dalle nostre emozioni, e in alcuni casi questo aspetto è prioritario, e il supporto di un professionista specializzato in psicoterapia diventa di fondamentale importanza.


Voglio ricordarvi che il corpo umano è in una condizione di continuo movimento, non esiste la statica all’interno del nostro corpo, il movimento stesso è vita!

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